Trattamenti per tachicardie


Ecco i trattamenti per tachicardie praticati dal Dr. Stefano Grossi.

Interrompere la tachicardia

In fase acuta l’obbiettivo è quello di interrompere al più presto la tachicardia. 

Il paziente, dopo essere stato adeguatamente istruito dal proprio cardiologo, può provare da solo ad eseguire le manovre vagali che possono in qualche caso avere successo e ripristinare il ritmo sinusale fisiologico.

Quasi sempre tuttavia le manovre vagali o non sono efficaci o il paziente non è in grado di eseguirle: dovrà pertanto recarsi in pronto soccorso dove verranno somministrati farmaci per via endovenosa (adenosina, ca antagonosti, beta bloccanti) che saranno in grado di interrompere la tachicardia pressoché nella totalità dei pazienti. In una esigua minoranza sarà necessario eseguire una cardioversione elettrica.

Prevenire le recidive

Il vero problema non è l’interruzione dell’aritmia, ma fare in modo che una volta interrotta l’aritmia non si ripresenti. Per molti anni ci si affidava ad un trattamento continuativo con farmaci antiaritmici che tuttavia non garantiva affatto il risultato. La maggior parte dei pazienti, pur assumendo regolarmente la terapia, manifestava ugualmente gli episodi aritmici. Inoltre l’assunzione continuativa di farmaci poteva associarsi a intolleranze o effetti collaterali.

Dagli anni Novanta gli elettrofisiologi hanno messo a punto metodiche di ablazione transcatetere che hanno dato risultati eccellenti in questo tipo di aritmie, raggiungendo quasi il 100% dei pazienti sottoposti ad ablazione nelle tachicardie da rientro nodale e attraverso via anomala, mentre raggiunge 80-90% nelle tachicardie atriali focali. Tale trattamento rappresenta la prima scelta in pazienti affetti da questo tipo di aritmie.

Nella tachicardia da rientro nodale l’obbiettivo è la via lenta nodale, che rappresenta uno dei due bracci del percorso del cortocircuito (rientro) che sostiene l’aritmia (fig 4) ;nelle vie anomale invece l’obbiettivo e’ il fascio accessorio di Kent (fig 5).

Erogando una forma di energia che riscalda (radiofrequenza) o raffredda (crioablazione ) il tessuto localmente si ottiene una eliminazione della via lenta nodale eliminando per sempre l’insorgenza della tachicardia parossisistica.

Trattamenti per tachicardie
Fig.4 – A   la estensione inferiore del nodo atrioventricolare rappresenta la via lenta del cortocircuito che sta alla base dell’aritmie e target dell’ablazione D: il catetere da ablazione posizionato nella zona di cuore corrispondente; una volta eliminiata il cortocicuito non potrà più verificarsi.
Trattamenti per tachicardie
Fig.5 – A: presenza di una comunicazione tra atrio e ventricolo sinistri ( via accessoria o anomala ) essa rappresenta uno dei due bracci del cortocircuito che sostiene l’aritmia . B: il catetere da ablazione posizionato nella zona di cuore corrispondente; una volta eliminata il cortocircuito non potrà più verificarsi.